giovedì 9 gennaio 2014

Dei Miti e della psicologia umana, o di come imparai a smettere di guardare la vita di chi ti ha insegnato qualcosa e vivere serenamente

Stefano Re è la persona che scrisse "Mindfucking", un testo divulgativo che spiegava i meccanismi di convincimento sociale, propaganda dei mass media, sistemi di controllo delle sette, ecc. All'epoca quel libro mi aprì gli occhi su molte cose a cui credevo vere per motivi ideologici e di gruppo, tra cui il complottismo dell'11 Settembre, ed altre stronzate del genere che per ignoranza personale, spirito di ribellione e, appunto, appartenenza ad uno schieramento politico mi portavano a ritenere plausibili, mandando a puttane logica e raziocinio.




In sostanza, il libro invitava il lettore a pensare con la propria testa, facendo intendere che ogni scelta ed ogni opinione che abbiamo sia influenzata da cultura, bias vari, background, appartenenze ecc. arrivando infine a sostenere che il senso finale che si sarebbe dato a quella lettura sarebbe potuto essere influenzato dagli stessi meccanismi psicologici descritti prima. Quindi doveva criticamente pensare alla propria testa, in quanto capace di mentire a noi stessi e di fallire, per capire successivamente che cosa davvero avremo potuto pensare, cercando di eliminare il più possibile queste impostazioni di base.
Facile, eh?



Un pugno in faccia psicologico, anche se non dichiarato (giustamente, l'autore faceva notare che la sua opinione in merito avrebbe influenzato il lettore, e quindi con un colpo da maestro dava diverse morali al libro, generando così una sana e catartica impossibilità di scelta) che ti portava a voler approfondire sempre più il modo in cui noi comprendiamo il mondo, per affrontarlo di conseguenza..e questo mi spinse per un periodo, fino a quando mi ritenni soddisfatto, ad uno studio hobbystico del materiale presente nelle librerie nostrane, per esempio i lavori di Cialdini e della Singer, il primo sulla persuasione e sui meccanismi che ci portano a reagire quasi senza pensare e che sono a nostro favore, mentre la seconda sul condizionamento mentale delle sette.


Questo per farla breve.
Insomma, una persona che ha scritto una cosa del genere mi è rimasta un po' nel cuore, e l'ho anche un po' idealizzata..fino a quando non ho scoperto il suo facebook, dove arriva a pubblicare pure questo e questo e questo. Ogni tanto ha qualche momento di gloria passato, ma non vedo in lui ciò che mi sarei aspettato, ovvero l'estremo senso critico di chi ha compreso e capito (forse) l'estrema vacuità di ogni pensiero e di ogni elaborazione, e più che una scelta "tribale" (come definisce lui l'appartenere ai debunker, anche se non si rende conto di essere in un'altra tribù) avrei potuto comprendere l'opinione bizzarra, ma senza forte attaccamento alla stessa, ed una certa libertà di cambiare idea, cosa che non traspare affatto da ciò che scrive.



Che si entri o meno nel dettaglio di ciò che pensa non mi importa (insomma, c'è talmente tanto debunking in rete che quantomeno ci si aspetta, nel caso dei dubbiosi più estremi ma sinceri verso sé stessi, almeno il beneficio del dubbio totale, dato dalla presa di coscienza della propria ignoranza), ma appunto sul rifiuto totale di ciò che aveva scritto e pensato fino qualche anno fa, se è vero che lui stesso ha ritenuto (ma non ci giurerei, vado a memoria di una vecchia intervista) che ormai quel libro è solo stato un passaggio di gioventù.
Forse perché le identità servono, e pure i bias che ci vengono forniti o ci scegliamo hanno un loro scopo. Dopotutto siamo esseri umani, mammiferi, evoluti da un primate, e ci sono determinate strategie evolutive che ci tengono ancorati o meno ai totem del nostro gruppo, è una questione di sopravvivenza. Due frasi mi sono portato avanti in questi anni, che forse lui non ha mai letto: "la verità sta nell'occhio di chi guarda", seguita dal motto Ismaelita "Nulla è reale, tutto è possibile", nella mia testa e per i miei studi sono forse l'estrema ratio della consapevolezza delle capacità infinite quanto estremamente limitate della propria mente, e queste mi hanno sempre quasi fatto assaggiare il nulla totale risultante dalla comprensione, quasi sfiorata, delle debolezze e delle capacità psicologiche, il nostro credere in miti, religioni, idoli, gruppi umani, bias, totem o come li vogliamo chiamare, e questo nulla è molto simile alla morte, fa paura a chiunque, me compreso. Non biasimo chi, consapevolmente o meno, abbia deciso un approdo sicuro a tutto ciò, abbandonando questo vuoto di certezze, e tornando alla vita di tutti i giorni, come Natura crea.



Ma dopotutto, grazie di  tutto il pesce.

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