venerdì 20 dicembre 2013

Fuck TV! Fuck Internet! - Ovvero, dei fallimenti del senso critico

Erano i primi anni delle superiori, avevo degli amici alternativi, ed eravamo conosciuti come "i Bubu", un modo carino per chiamarci tossicomani, perché nella cittadina di provincia, un'isola chiusa al mondo esterno e con un dialetto che cambiava da metro a metro, avere i pantaloni larghi od uno stile da Green Day era visto come un grave problema di ordine pubblico.
Poi arrivarono i Green Day, ma noi eravamo sempre i Bubu.

martedì 17 dicembre 2013

Il proprio passato

E' successa una cosa strana, oggi. Blogger ha deciso di mandarmi una mail, relativa al mio vecchio account che avevo usato nel 2004-5, chiedendomi di integrare l'account a questo, dandomi così occasione di rileggere dei blog che avevo totalmente perso di vista, dandomi uno spaccato di 9-10 anni fa su come vedevo le cose, su come ragionavo. Ci sono i commenti della mia prima ragazza, di un amico ormai perso senza mai un chiarimento, riferimenti alle persone che vedevo allora, e i semi delle idee che mi porteranno a fare scelte del cazzo nella mia vita.
Un mondo ormai sepolto, pensieri che nemmeno credevo di fare, e forse qualche colpo di genio, tipo che ho preceduto Spinoza sul campo di almeno un anno.

mercoledì 22 maggio 2013

Fatti una reputazione e va a dormire


Sono sorpreso di vedere come chi ti sta vicino faccia fatica a comprendere i cambiamenti a cui ognuno di noi è sottoposto, e spesso ancora di più è difficile accettarli. La vita e le esperienze cambiano le persone, anche qualitativamente, ma l'accettazione del fluire, il darlo per scontato rimane sempre una specie di peccato, tacciato di ipocrisia o incoerenza.
Tutti siamo ipocriti quando diciamo "cogito ergo sum",  tutti siamo incoerenti con ciò che eravamo poco tempo fa.
Anche il ciclo naturale non è mai perfetto: le stagioni non sono mai identiche anno per anno, e le foglie che appaiono in primavera non sono quelle delle future.
Solo la vita è sempre uguale, ma essa resta una forza unica, immutata, le cui forme cambiano perennemente nel suo intero rinnovamento, essenziale ad essa stessa.
Questa difficoltà d'accettazione cos'è? Attaccamento dell'ego? Paura del cambiamento che conduce alla morte, o semplice pigrizia?
Non riesco a darmi una risposta.

mercoledì 3 aprile 2013

Un giorno in questura

"E va bene, entro", ma la porta è bloccata, ed il citofono con scritto "112 pronto intervento" è l'unica cosa che può fare al caso mio. Nel mio mondo semplice e carino, un pulsante simile serve a chi ha urgenze tipo zombie in casa, una atomica in giardino, o il Berlusca aziendale che ti fa finire gli straordinari aggratis. Non certo per il mio umile e modesto problema, anche perché un tentativo di scasso a Cologno è lapalissiano. E denunciarlo un ossimoro, fai prima a rubarne una nuova.

martedì 12 marzo 2013

Turista per Caos - parte 1

Lugano, Svizzera.
Il lungolago sembra la versione lacustre del Lido di Venezia, quel mix fortunato di Liberty (troppo, troppo) e pieno orgasmo edilizio anni '50, e ricorda quella vecchia impellicciata che quando guardi in foto la sua gioventù ti rendi conto della gran bellezza che portava, ma adesso la ritrovi solo come il ricordo di se stessa, una cartolina sul tempo passato. Una GILF architettonica Insomma.
Il centro invece è particolare, pezzi perfettamente incastrati fra loro, con una falsa discontinuità, dove vedi spuntare la chiesa medievale circondata dagli uffici modernissimi, i bar chic ammiccano ai pub dei ragazzini, proponendo le stesse cose, mentre gloriose, quasi ad effettuare una strana scala di colori, spuntano case o finto romaniche, o barocchissime, o neoclassiche.
Tutto è bello, perfettino, calcolato. Nella costa spuntano, nella piena persa coscienza dei nostri anni, obbrobri in costruzione, ridicoli come il Principato di Monaco (inquietante la somiglianza), dettati da un piano regolatore ispirato all'abusivismo edilizio.
Ma ogni strada, ogni costruzione, puzza di banche, mercati, borghesi, in una epopea di tranquillità e pace quasi innaturale, un oceano di hippie benpensanti, e alla fine ti accorgi che questa città  ti urla in faccia, ridendo, che non ha mai visto una guerra. Ed è una risata nevrotica.
Devo tornarci.