mercoledì 3 aprile 2013

Un giorno in questura

"E va bene, entro", ma la porta è bloccata, ed il citofono con scritto "112 pronto intervento" è l'unica cosa che può fare al caso mio. Nel mio mondo semplice e carino, un pulsante simile serve a chi ha urgenze tipo zombie in casa, una atomica in giardino, o il Berlusca aziendale che ti fa finire gli straordinari aggratis. Non certo per il mio umile e modesto problema, anche perché un tentativo di scasso a Cologno è lapalissiano. E denunciarlo un ossimoro, fai prima a rubarne una nuova.

Ma una voce risponde, distante: "Si?".
Ora, non sono un mago delle descrizioni, ma mi chiedo da quale capitolo della trilogia del Padrino salti fuori quell'accento.
Espongo, come servo da madre, la mia povera richiesta di denunciare una cosa, ma la risposta di Don Angelo Corleone è un'altra domanda su cosa e perché. Dopo una contrattazione veloce a base di suoi doveri civici e mie gentilezze, mi apre la porta ed entro nella versione anni '70 di uno studio medico: lui è dietro ad un vetro, intento a guardare un video, presumo da YouTube, mentre sedie imbottite come Moira Orfei fanno la parte delle vecchie prostitute, truccatissime, stancamente civettuole, nella loro finta pelle di un bordò ancora più scandalosamente artificiale. Sanno che nessuno vi si siederà. A bordo, su un tavolino, il mio occhio da appassionato di anticaglie nota vecchi numeri di riviste di settore, ed una chicca de "Il carabiniere", giallissima, che avrei datato agli anni '60, ma riporta scritto, fascisticamente "198 anni di storia". A voi scoprire il vero anno.
Tossisco, mi scuso per ben due volte, ma dal volto dietro il PC non una ciglia si muove. I suoni distorti si mescolano rapaci con tutta quella immobilità, e provo ad immaginare quale capolavoro di arte moderna, quale occulta verità si celi dietro tutto ciò. Il silenzio è una buona risposta.
Dopo svariati minuti, in cui il mio divertimento consisteva nel capire che diavolo stesse guardando (le ipotesi vanno dal "INCREDIBILE - MORTI TORNANO IN VITA!!1" al "Impara come salvare qualcuno in caso di qualcosa"), mi guarda, si alza imperterrito, e mi apre la porta. Senza dire nulla, mi accompagna nel suo ufficio, e passo dopo passo, il cui suono sordo rimbomba nell'eco di quella stanza mal progettata, entro nel tempio laico per eccellenza: un altare di scartoffie si para innanzi a me, con un pc che stento a datare, con migliaia di cavi bianchi che sembrano abbracciarsi al finto mogano della scrivania, e poi risalgono su, leggiadri come una colata lavica, verso un monitor a tubo catodico. Dietro al gran sacerdote della protezione degli innocenti® si ergono gli idoli di tutto questo, rappresentati nella loro forma umana e terrestre da una linea retta, quasi ad indicare l'ascesa verso l'Assoluto ed il Sublime, questo viaggio Kabbalistico che parte dall'umilissimo ritratto del Carabiniere, per poi salire verso il Tipharet dell'ormai defunto Manganelli, angelo custode dell'Arma, e poi sale nella luce, nello sguardo assente e disperato del Capo dello Stato, Napolitano. Ancora per poco, tutto è così vago e mutaforma. Ma i quadri no, nella loro fissità sembrano indicare che i morti non moriranno mai, che ormai la Legge si è imposta sulla terra, ed il regno della Grazia e della Burocrazia ormai è giunto. E nella pax romana di questo caos esecutivo, il Nirvana della Madama si esplica nei click di un mouse che si accorda con la divisa. Nulla fa pandan con nulla. Tutto ha un suo senso insensato.
"Non funziona, puoi passare domani?"
E in questa oscurità così luminosa, nell'abbraccio disperato dell'amante 198enne, penso che in questo mondo forse sono l'unica forma di vita.
 

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