martedì 12 marzo 2013

Turista per Caos - parte 1

Lugano, Svizzera.
Il lungolago sembra la versione lacustre del Lido di Venezia, quel mix fortunato di Liberty (troppo, troppo) e pieno orgasmo edilizio anni '50, e ricorda quella vecchia impellicciata che quando guardi in foto la sua gioventù ti rendi conto della gran bellezza che portava, ma adesso la ritrovi solo come il ricordo di se stessa, una cartolina sul tempo passato. Una GILF architettonica Insomma.
Il centro invece è particolare, pezzi perfettamente incastrati fra loro, con una falsa discontinuità, dove vedi spuntare la chiesa medievale circondata dagli uffici modernissimi, i bar chic ammiccano ai pub dei ragazzini, proponendo le stesse cose, mentre gloriose, quasi ad effettuare una strana scala di colori, spuntano case o finto romaniche, o barocchissime, o neoclassiche.
Tutto è bello, perfettino, calcolato. Nella costa spuntano, nella piena persa coscienza dei nostri anni, obbrobri in costruzione, ridicoli come il Principato di Monaco (inquietante la somiglianza), dettati da un piano regolatore ispirato all'abusivismo edilizio.
Ma ogni strada, ogni costruzione, puzza di banche, mercati, borghesi, in una epopea di tranquillità e pace quasi innaturale, un oceano di hippie benpensanti, e alla fine ti accorgi che questa città  ti urla in faccia, ridendo, che non ha mai visto una guerra. Ed è una risata nevrotica.
Devo tornarci.